Talvolta essere sotto i riflettori può anche pesare più del dovuto. Dietro ogni grande Star, infatti, si cela pur sempre un uomo o un bambino con tutte le problematiche del caso.
Quante volte abbiamo letto di star che non hanno saputo reggere il peso del successo o del confronto? Agli occhi di noi ‘comuni mortali’ gli attori o le persone di successo sono intoccabili e talvolta infallibili. Eppure non c’è leggenda più grande di questa. Parliamo sempre di essere umani. A confermare questa tesi ci ha pensato una persona a noi, legati al mondo di Harry Potter, molto a cuore: Rupert Grint. Il nostro Ron Weasley in una recente intervista rilasciata per il Guardian ha parlato della sua carriera a 360 gradi soffermandosi sulla saga che lo ha reso celebre.
L’attore è tornato alle origini, rivelando le sensazioni vissute durante le riprese: «Per i primi film di Harry Potter stavo vivendo un sogno. La ragione per cui ho fatto l’audizione era perché amavo i libri. Quando ho girato il terzo o il quarto film ho cominciato poi a sentire un peso enorme di responsabilità perché erano diventati così incredibilmente popolari. L’intera stampa e il red carpet erano un’aggressione ai cinque sensi. Non eccello in quel genere di ambiente».
Come si può capire, dunque, c’è stato un momento nel quale lo stesso Rupert ha pensato di abbandonare la saga. Cosa che, se fosse accaduta, avrebbe potuto segnare il seguito dei film che – da sottolineare – sarebbe comunque continuato. Non sarebbe, però, stata più la stessa cosa.
«Ci sono state sicuramente delle volte in cui ho pensato di abbandonare. Girare Harry Potter era un enorme sacrificio; lavorare da un’età così giovanile per così lunghi periodi e ricordo perfettamente di aver pensato durante una lunga pausa ‘Quest’intera cosa mi sta consumando, voglio davvero tornare indietro? Forse non fa per me’. Penso che stavo diventato semplicemente un adolescente».
Fortunatamente, però, i pensieri negativi hanno fatto spazio a tutte le cose positive ed Harry Potter ha potuto confidare anche nel vero Ron Weasley.
La conclusione di queste lunga parentesi aperta da Rupert Grint al Guardian, riguarda proprio il filo sottile che separava il suo vero io dal personaggio Ron Weasley. A tal proposito, l’attore ha detto: «La fine di Harry Potter è stata surreale. È stata una sensazione molto strana ma è arrivata al momento giusto quando tutti noi eravamo pronti per andare avanti ma dopo l’ultimo ciak è stato alquanto bizzarro pensare che fosse tutto finito. È stato disarmante e a quel punto non sapevo realmente cosa stava accadendo. Mi sono sentito un po’ perso. La linea tra Ron e me è diventata sempre più sottile ad ogni film e penso che virtualmente siamo diventati la stessa persona. C’è parecchio di Ron in me e voltare pagina era un enorme miglioramento perché è stata una parte così consistente della mia vita. Non voglio paragonarlo ad un’uscita di prigione perché non lo era, ma la sensazione è stata come mettere il piede fuori da un’istituzione. È stato bello respirare aria nuova e adesso sto davvero gustando il fatto che mi stia staccando ancora di più da quel mondo fatto di blu screen».
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